Distretto 108A, 2ª Circoscrizione, Zona B
Teatro degli Atti – Via Cairoli, 42, 47921 Rimini RN – giovedì 23 Marzo 2023 ore 21:00
Di Tatjana Motta
Regia: Michele Di Giacomo
Letto da: Michele Di Giacomo, Tamara Balducci
Progetto sonoro: Federica Furlani
Produzione Alchemico tre
A 110 anni dalla nascita, la Compagnia Alchemico Tre di Cesena, immerge le mani nella biografia di Elsa Morante per realizzare, tramite le parole di Tatjana Motta, la prima tappa di un progetto teatrale sull’autrice, presentando a Rimini una lettura teatrale che percorra le tappe che portano Elsa, da figlia poverissima di Roma, a peregrinare da una stanza all’altra, da un lavoro all’altro fino ad ottenere ciò che vuole: uno spazio nel mondo della letteratura, quella “stanza tutta per sé”. Un progetto teatrale che parla di arte, di lotta, di sogni intrecciate a desideri. E quando la realtà diventa sogno e il sogno realtà chi ci può dire che sia tutto vero…forse è solo uno scherzo.
acquisto biglietti in prevendita presso Lions Club Rimini Host scrivendo a segretario@lionsrimini.it
IL TESTO
La storia di Elsa Morante, se proviamo a ricostruirla, è fatta di frammenti: lettere, pagine di diari, sogni, opere, indirizzi appuntati su delle buste. Se pensassimo a un percorso che ripercorra tutta la strada che lei stessa ha percorso per rivelarsi come la grande scrittrice che conosciamo, ci perderemmo tra le vie di Roma.
Sono gli anni ‘30: Elsa Morante lascia la sua famiglia all’età di diciannove anni e inizia una lotta per ritagliarsi il suo posto nel mondo della Letteratura, contando solo su se stessa. Roma si apre davanti a lei come un universo di possibilità e Morante, con i suoi scarsi mezzi economici, impiega tutte le sue forze per riuscire a vivere di scrittura. La sua ricerca artistica è appassionata e assoluta. Il suo viaggio è quello che la porterà a scrivere il suo primo grande romanzo, e non è affatto un percorso semplice e già tracciato. Per scrivere, diceva Virginia Woolf, c’è bisogno di una stanza tutta per sé e Elsa Morante quella stanza se la deve guadagnare. Inizia per lei una continua peregrinazione, da una camera ammobiliata all’altra, passando per anonime pensioni e tuguri.
Sono anni in cui la stanza in cui scrivere è anche la stanza in cui si vive, si dorme e si sogna. Scrivere e sognare, due esperienze così vicine. Del resto, annota la Morante in un suo diario del 1938, non è forse questo il segreto dell’arte? “Ricordare come l’opera si è vista in uno stato di sogno, ridirla come si è vista, cercare soprattutto di ricordare. Ché forse tutto l’inventare è ricordare.”
Abbiamo immaginato di cercare le tracce di Elsa attraversando gli innumerevoli indirizzi che l’hanno ospitata, ricordando ciò che non ci era possibile ricordare, spostandoci tra le vie di una Roma tanto concreta quanto onirica, in quella stessa irrequieta peregrinazione che l’ha portata fino a quello che un giorno è diventato il suo studio, in via dell’Oca 27: fino alla sua stanza tutta per sé.